La luce blu: fa bene? fa male? oppure il suo effetto è irrilevante?

La luce blu: fa bene? fa male? oppure il suo effetto è irrilevante?

La luce che riesce a raggiungere gli strati più interni dell'occhio è quella parte dello spettro visibile nelle lunghezze d'onda comprese tra i 380 e i 780 nm. L'intervallo tra i 380 ed i 440 nm contiene la parte dannosa della luce blu, è sull'asse blu-viola, può creare danni alle strutture oculari profonde; tra i 440 e i 500 nm si ha la parte benefica della luce blu, è sull'asse blu-turchese, ed è essenziale per il funzionamento del ritmo sonno-veglia.  

La luce blu è emessa dalla fonte primaria di luce naturale, il Sole, e da molte fonti artificiali: gli schermi dei computer, gli smartphone, i tablet, le luci fluorescenti ed i LED. L'uso eccessivo di questi dispositivi derivante da un cambiamento del nostro stile di vita rispetto alle generazioni precedenti fa sì che siamo più esposti alla luce blu. 

Gli occhi non dispongono di filtri naturali per schermare la luce blu come per le radiazioni UV dei raggi solari. Quando siamo esposti alla luce solare, una buona parte della radiazione UV viene filtrata dalla struttura anteriore dell'occhio e con l'aiuto di una difesa naturale “meccanica”, le palpebre tendono a socchiudersi e le pupille si restringono (miosi) facendo entrare meno luce all'interno degli occhi; solo una piccola parte raggiunge la retina. Per tale ragione la luce blu derivante dalle onde emesse dal sole non è di importanza rilevante. 

Non vale lo stesso discorso per la luce blu emessa da fonti artificiali. Quando siamo particolarmente concentrati a sbobinare le lezioni, oppure a scrivere una mail, l’ammiccamento, ovvero il ritmico chiudersi ed aprirsi delle palpebre, si fa meno frequente. La riduzione dell'ammiccamento causa una secchezza della superficie corneale e ciò rende le difese dell’apparato visivo più deboli, oltre a recare fastidio. La conseguenza sarà una minore protezione nei confronti della luce blu emessa dai dispositivi elettronici utilizzati, condizione che potrebbe portare all’insorgenza della cosiddetta CVS (Computer Vision Syndrome) o sindrome da computer. La CVS è una sindrome molto diffusa tra le persone che trascorrono molte ore sui dispositivi elettronici ed è caratterizzata da prurito, arrossamento degli occhi, affaticamento, offuscamento e sdoppiamento della vista, bruciore e mal di testa frequenti. Questi sintomi sono accompagnati spesso da dolori al collo per le posizioni posturali scorrette che si assumono. I sintomi della CVS che possono essere di entità più o meno grave, hanno vita breve e tendono solitamente a sparire dopo poche ore dalla fine del lavoro favoriti dal riposo. Di seguito alcuni consigli utili ad evitare tale condizione: quando si lavora al pc bisogna fare delle pause regolari, almeno 10 minuti ogni ora di applicazione; è importante durante la pausa non stare su Instagram o leggere ma guardare al di fuori dalla finestra oltre i 6 metri o fare due passi; bisogna rilassare gli occhi.  

La luce blu benefica, sull'asse blu-turchese, è invece d'importanza vitale per il nostro organismo, stimola quella parte del cervello deputata alla produzione di melatonina, l'ormone responsabile della regolazione del ciclo sonno-veglia. L'esposizione prolungata serale alle fonti che emettono luce blu interferisce con la produzione di melatonina e produce un effetto negativo sulla qualità del sonno e sulla qualità della nostra vita. 

La luce blu risulta inoltre dannosa per i nostri occhi non solo per i motivi sopra citati, ma anche perché, data la sua lunghezza d’onda, riesce a penetrare in profondità fino alla retina. La retina è la parte dell’occhio responsabile della trasformazione delle immagini (impulsi luminosi) in impulsi nervosi che raggiungono il cervello. Nella zona centrale della retina si trova la macula, che permette la visione nitida dei dettagli e dei colori; è particolarmente sensibile alla luce blu e può subire danni irreversibili se esposta a fonti troppo intense o prolungate. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature ha dimostrato che la luce blu danneggia la retina convertendo molecole indispensabili per la vista in killer cellulari; queste molecole chimiche tossiche diventano instabili e attaccano le membrane delle cellule circostanti, causandone la morte. Tale processo può portare alla degenerazione maculare senile (DMS), una malattia che colpisce la macula e provoca una perdita progressiva della visione centrale. La DMS è una delle principali cause di cecità nei paesi sviluppati e non ha una cura definitiva.  

Ci sono alcune misure che possono essere adottate per prevenire:  

  1. Limitare il tempo di esposizione ai dispositivi elettronici, soprattutto nelle ore serali e notturne; 
  2. Regolare la luminosità del display in base all’ambiente circostante; 
  3. Usare degli occhiali protettivi con filtri anti-luce blu, che bloccano le lunghezze d’onda più dannose tra i 380 ed i 440 nm. sull'asse blu-viola; 
  4. Usare delle applicazioni o delle impostazioni che riducono la quantità di luce blu emessa dagli schermi; 
  5. Assumere degli integratori alimentari a base di antiossidanti, come la luteina e la zeaxantina, che proteggono la retina dai radicali liberi generati dalla luce blu; 
  6. Sottoporsi a controlli dal medico oculista per monitorare lo stato di salute dell'occhio e prevenire eventuali patologie. 
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